Marco Patruno - Come è nata l’idea di realizzare un fumetto sulla storia di Giuseppe Fava?
Luca Ferrara - Visto il buon successo di pubblico e critica del libro “Don Peppe Diana. Per amore del mio popolo” culminato con la vittoria, nel settembre 2009, del Premio Siani per la neonata sezione fumetto, abbiamo deciso di continuare la collana Libeccio con un giornalista importante che con il suo esempio ha fatto scuola, e che per Luigi Politano è stato modello e riferimento. Desiderava da sempre rendergli omaggio e questa è stata l’occasione propizia.
Marco Patruno - Quanto è durata la lavorazione del volume “Pippo Fava – lo spirito di un giornale”? e se hai incontrato delle difficoltà?
Luca Ferrara - Se consideriamo anche il lavoro di ricerca del materiale, oltre all’effettiva realizzazione da parte mia, circa sei mesi. Non abbiamo incontrato particolari difficoltà, se non quella di recuperare i riferimenti necessari per muoverci in una vicenda che rimane complessa. Oltre a voler rendere conto della vicenda raccontata, sentivamo il bisogno e il dovere di trasmettere al lettore la dimensione umana e intellettuale di Giuseppe Fava, il suo talento di scrittore, romanziere, drammaturgo, sceneggiatore, pittore, non solo giornalista. Il tutto in equilibrio con l’approccio giornalistico che permea tutta la collana Libeccio. Spero di esserci riuscito, insieme a Luigi.
Marco Patruno - Il giornalismo grafico, la potenza dell’immagine può mantenere viva la memoria di chi ha posto la ricerca della verità e la giustizia come fine ultimo delle sue azioni?
Luca Ferrara - Credo di sì. Perché di questi temi non bisogna mai smettere di parlare, soprattutto in un Paese come l’Italia. E non bisogna smettere di battere tutte le strade possibili affinché gli esempi di persone come Giuseppe Fava arrivino a un pubblico il più vasto possibile. Il fumetto può essere un altro mezzo, forse anche il più adatto a comunicare con i più giovani, non solo con gli adulti, e se avremo suscitato la curiosità di conoscere Giuseppe Fava anche in uno solo dei lettori del libro allora avremo fatto la nostra parte.
Marco Patruno - Alla fine del lavoro, cosa ti è più rimasto dell’uomo e giornalista Giuseppe Fava?
Luca Ferrara - La sua umanità, il suo sorriso e la leggerezza di spirito conservata nonostante una vita e un talento eccezionale votati all’impegno. Mi ha insegnato che nella normalità del lavoro si può trovare la propria realizzazione e la possibilità di migliorare il mondo. Perché Giuseppe Fava era una persona normale che svolgeva semplicemente il suo lavoro. Quando tutto questo smetterà di essere considerato qualcosa di straordinario e diventerà serena consuetudine, allora credo che avremo capito chi era davvero Giuseppe Fava.
Marco Patruno - Prevedi in futuro di realizzare un altro progetto grafico simile?
Luca Ferrara - Ma per ora si rimane nel campo delle possibilità. Incrociamo le dita e aspettiamo!
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