giovedì 12 giugno 2014
"Del teatro non si può fare a meno..."
Ormai ci ho preso gusto ed ecco un'altra locandina per un altro classico del Teatro: "Il Gabbiano" di Anton Checov.
Testo difficile, nasce come commedia ma pochi sembrano accorgersene. Insieme ai miei compagni proveremo a ricordarvelo.
Per chi sarà a Torino, vi aspettiamo domenica 22 giugno a Casa Ale, una splendida villa con parco sulla collina torinese. Reciteremo all'aperto... venite ad aspettare il tramonto insieme a noi, si va in scena!
lunedì 31 marzo 2014
Prime volte...
Molti sono a conoscenza della mia passione per il teatro, seppur relativamente recente.
Quindi poter dare il mio contributo alla sua promozione è un piacere immenso.
Per la prima volta mi è stata specificatamente commissionata una locandina per uno spettacolo teatrale, e mi è andata particolarmente bene perché lo spettacolo in questione è Cyrano de Bergerac! Tratto dall'opera di Edmond Rostand, vede alla regia Pierpaolo Congiu e farà parte del programma del Torino Fringe Festival, rassegna teatrale sulla scia del Fringe Festival di Edimburgo: dal 2 al 12 maggio diversi locali di Torino ospiteranno attrici e attori da tutta Italia, pronti a deliziare gli spettatori.
Qui di seguito i bozzetti preparatori. La scelta era tra raffigurare Cyrano e Cristiano come un "unico uomo" con l'animo del primo e la bellezza del secondo, e mostrare invece la complessità del protagonista e il suo essere poeta ispiratissimo e spadaccino invincibile (e pure attaccabrighe). Sullo sfondo rimane la luna, rimane Rossana, irraggiungibile.
Ed ecco il risultato finale, senza grafiche.
Il Cyrano di Pierpaolo Congiu vi aspetta dal 3 all'11 maggio 2014 al Garage Vian di via Castelnuovo 10, Torino - of course.
martedì 18 febbraio 2014
Scacco al Re.
Una mossa sbagliata. Un eccesso di sicurezza, un errore nella previsione delle mosse dell'avversario, abbandoni l'arrocco e ti ritrovi in una casa pericolosa. Dalla quale puoi essere attaccato, senza possibilità di fuga. E la casa potrebbe essere la tua. Una grande villa ad Arcore, per esempio.
Il prossimo 28 febbraio esce in tutte le librerie "Ruby. Sesso e potere ad Arcore", per i tipi di Round Robin editrice.
Questo nuovo graphic novel, scritto da Gianni Barbacetto e Manuela D'Alessandro, inaugura Tortuga, la nuova collana di Round Robin che presenta inchieste giornalistiche a fumetti.
Il nostro scopo è fare luce su una vicenda ancora confusa, dall'arrivo a Milano di una ragazza disposta a tutto, al suo incontro con la persona più potente d'Italia. Un momento folgorante che porta l'allora Presidente del Consiglio a compiere la mossa sbagliata e ad abusare della sua posizione, scoperchiando un vaso di Pandora pieno di tutti i "demoni" scatenati dal suo delirio di onnipotenza.
Un ricco apparato redazionale accompagnerà la vicenda disegnata, per aiutare anche i più scettici a capire quanto grave sia stato tutto quanto è accaduto.
Qui di seguito, il book-trailer del libro. Ringrazio Saulo Lucci e i suoi "Quel che resta del cane" per la canzone "Il Re". Guardate e, se vi piace, condividete.
Il prossimo 28 febbraio esce in tutte le librerie "Ruby. Sesso e potere ad Arcore", per i tipi di Round Robin editrice.
Questo nuovo graphic novel, scritto da Gianni Barbacetto e Manuela D'Alessandro, inaugura Tortuga, la nuova collana di Round Robin che presenta inchieste giornalistiche a fumetti.
Il nostro scopo è fare luce su una vicenda ancora confusa, dall'arrivo a Milano di una ragazza disposta a tutto, al suo incontro con la persona più potente d'Italia. Un momento folgorante che porta l'allora Presidente del Consiglio a compiere la mossa sbagliata e ad abusare della sua posizione, scoperchiando un vaso di Pandora pieno di tutti i "demoni" scatenati dal suo delirio di onnipotenza.
Un ricco apparato redazionale accompagnerà la vicenda disegnata, per aiutare anche i più scettici a capire quanto grave sia stato tutto quanto è accaduto.
Qui di seguito, il book-trailer del libro. Ringrazio Saulo Lucci e i suoi "Quel che resta del cane" per la canzone "Il Re". Guardate e, se vi piace, condividete.
martedì 21 gennaio 2014
Matematica
Cerco di non farmi coinvolgere in certe mode di internet e campagne virali, ma nel caso di #Coglioneno la mia attenzione è stata attirata davvero solo dopo aver letto questo
http://www.minimaetmoralia.it/wp/su-coglioneno/
Nell'articolo ho trovato un sacco di filosofia, troppa persino per i miei gusti, ma non la cosa fondamentale quando si parla di lavoro e retribuzione, una equazione semplice e per questo più efficace di qualunque intrallazzo dialettico:
tariffa oraria x numero di ore lavorative = compenso
Questo per il lavoro dipendente, come quello di un operaio o di un impiegato (con contributi e tutto il resto).
Nel caso del lavoro di un professionista, un idraulico per esempio, restando nell'ambito della campagna #coglioneno, ci sono da considerare anche i materiali.
Quando parliamo di lavori che chiameremo in seguito "creativi", entrano spesso in ballo anche costi relativi a diritti di diffusione, riproduzione, stampa e altro.
Da questa equazione è importante non prescindere mai.
Il lavoro creativo ha un'altra particolarità. Più di molti altri è "cucito" sul cliente e le sue esigenze. Un cliente che sceglie specificatamente il creativo. Non importa che questi sia il migliore sul mercato. O il peggiore. Qualunque cosa abbia fatto per attirare l'attenzione del cliente, non è detto che rappresenti l'eccellenza. Non importa che sia l'eccellenza. Perché viene eletto dal giudizio del cliente. Se io non sono abbastanza capace, e non riesco a migliorare e a rendere il mio lavoro appetibile, finirò per non avere clienti e cambierò strada, se sono furbo. Ma mentre tengo ancora duro, per ottenere spazio in mezzo a tanti concorrenti ho diversi canali, molti dei quali fortunatamente gratuiti. Per questo dovrei essere biasimato? O, per rimanere in argomenti più concreti, pagato meno, come nel caso della vendita diretta che fa un contadino al mercato? Ci può stare, ma intanto vado pagato. Perché io, il contadino, l'idraulico e l'operaio non paghiamo il benzinaio in "visibilità". Non possiamo aspettare un anno per pagare le bollette. A prescindere dalla tanto invocata "contingenza negativa". A meno che non si tratti di un favore, il tempo che chiunque passa a fare qualcosa per qualcun altro è lavoro. Costa di più, costa di meno, secondo capacità di uno o disponibilità dell'altro, può essere considerata gavetta, ma è lavoro, come quello di chi partecipa alla catena di montaggio di un auto o di una caffettiera. E anche se poi l'acquirente si accorge che l'auto non va bene o il caffè viene da schifo, non può sospendere il pagamento, e quasi sempre non può restituire i soldi spesi. In Italia, il mercato che conosco, il Paese dell'Arte (?) quella di non pagare, di sottostimare e di rimandare i compensi per alcuni tipi di lavoro è una pratica diffusa, a prescindere dalla situazione economica. Che tu faccia il creativo pubblicitario, il grafico o il fumettista, come me.
Ora ragioniamo per "assurdo", limitandoci al campo della comunicazione pubblicitaria. In questo momento, si dice, il settore creativo è soggetto al cosiddetto "mercato del compratore". Chissà cosa vorrà fare, il compratore. Già. Data la contingenza di cui sopra, siamo portati a immaginare che vorrà spendere sempre meno, alle prese con i suoi problemi. Nel breve, spariscono i dilettanti e chi si improvvisa "creativo". Bene. Ma subito dopo spariscono anche gli indipendenti dalle grandi agenzie, che rimangono così le uniche sul mercato. Ma quelle rischiano di essere troppo costose o appetibili solo per clienti più facoltosi. I potenziali clienti, per risparmiare, provano a farsi pubblicità da soli, e tutti sono spaventati dal ritorno del dilettante. Ma si tratta di un ritorno temporaneo, perché non riuscendo a farsi pubblicità a dovere, il creativo dilettante e capo d'impresa non solo non vende i suoi prodotti, ma chiude anche baracca e burattini. Nessuno vende più. Nessuno compra più. Spariscono anche i grandi clienti e di conseguenza le agenzie, che magari nel frattempo hanno abbassato gravemente le proprie tariffe o si sono frazionate in piccole agenzie che, non pagate a loro volta, ci avranno salutato da tempo. Finisce la società come la conosciamo e ognuno diventa Presidente del proprio personale Uruguay, ma senza essere pagato da nessuno. Diventiamo tutti contadini, anche quelli che filosofeggiano e non sanno lavorare nei campi, che o si arrangiano o spariscono, nel senso che muoiono di fame, come i loro antichi antenati creativi, dilettanti e non. Si torna al baratto, e per avere qualcosa da scambiare servirà avere un proprio pezzo di terra. E se non vuoi fare la figura del creativo, ti attivi per trovare uno spazio da coltivare. E se non lo trovi devi andare a prenderlo agli altri. Così magari si torna a farci tutti la guerra a vicenda. E mentre torniamo a prima del Medioevo, avremo perso per strada qualunque tipo di bisogno "superfluo", tipo le nostre care arti, tipo la pittura, la scultura, o quello che faccio io, il fumetto (è arte anche quello).
Tutto questo perché qualcuno ha voluto introdurre la nuova moneta della visibilità, in un momento ormai lontano del tempo.
E abbiamo considerato solo la pubblicità.
Quindi forse non conviene consolidare e provare a giustificare, in qualunque modo, pratiche che non riconoscono il giusto compenso per chi lavora. Per chi fa un qualunque tipo di lavoro. Specie in un Paese che si dice costituzionalmente fondato sul lavoro. Ogni lavoro è importante, persino quello creativo, persino fare il fumettista.
Pagate per quello che volete. Se lo volete. E alla fine vi offro anche il caffè.
http://www.minimaetmoralia.it/wp/su-coglioneno/
Nell'articolo ho trovato un sacco di filosofia, troppa persino per i miei gusti, ma non la cosa fondamentale quando si parla di lavoro e retribuzione, una equazione semplice e per questo più efficace di qualunque intrallazzo dialettico:
tariffa oraria x numero di ore lavorative = compenso
Questo per il lavoro dipendente, come quello di un operaio o di un impiegato (con contributi e tutto il resto).
Nel caso del lavoro di un professionista, un idraulico per esempio, restando nell'ambito della campagna #coglioneno, ci sono da considerare anche i materiali.
Quando parliamo di lavori che chiameremo in seguito "creativi", entrano spesso in ballo anche costi relativi a diritti di diffusione, riproduzione, stampa e altro.
Da questa equazione è importante non prescindere mai.
Il lavoro creativo ha un'altra particolarità. Più di molti altri è "cucito" sul cliente e le sue esigenze. Un cliente che sceglie specificatamente il creativo. Non importa che questi sia il migliore sul mercato. O il peggiore. Qualunque cosa abbia fatto per attirare l'attenzione del cliente, non è detto che rappresenti l'eccellenza. Non importa che sia l'eccellenza. Perché viene eletto dal giudizio del cliente. Se io non sono abbastanza capace, e non riesco a migliorare e a rendere il mio lavoro appetibile, finirò per non avere clienti e cambierò strada, se sono furbo. Ma mentre tengo ancora duro, per ottenere spazio in mezzo a tanti concorrenti ho diversi canali, molti dei quali fortunatamente gratuiti. Per questo dovrei essere biasimato? O, per rimanere in argomenti più concreti, pagato meno, come nel caso della vendita diretta che fa un contadino al mercato? Ci può stare, ma intanto vado pagato. Perché io, il contadino, l'idraulico e l'operaio non paghiamo il benzinaio in "visibilità". Non possiamo aspettare un anno per pagare le bollette. A prescindere dalla tanto invocata "contingenza negativa". A meno che non si tratti di un favore, il tempo che chiunque passa a fare qualcosa per qualcun altro è lavoro. Costa di più, costa di meno, secondo capacità di uno o disponibilità dell'altro, può essere considerata gavetta, ma è lavoro, come quello di chi partecipa alla catena di montaggio di un auto o di una caffettiera. E anche se poi l'acquirente si accorge che l'auto non va bene o il caffè viene da schifo, non può sospendere il pagamento, e quasi sempre non può restituire i soldi spesi. In Italia, il mercato che conosco, il Paese dell'Arte (?) quella di non pagare, di sottostimare e di rimandare i compensi per alcuni tipi di lavoro è una pratica diffusa, a prescindere dalla situazione economica. Che tu faccia il creativo pubblicitario, il grafico o il fumettista, come me.
Ora ragioniamo per "assurdo", limitandoci al campo della comunicazione pubblicitaria. In questo momento, si dice, il settore creativo è soggetto al cosiddetto "mercato del compratore". Chissà cosa vorrà fare, il compratore. Già. Data la contingenza di cui sopra, siamo portati a immaginare che vorrà spendere sempre meno, alle prese con i suoi problemi. Nel breve, spariscono i dilettanti e chi si improvvisa "creativo". Bene. Ma subito dopo spariscono anche gli indipendenti dalle grandi agenzie, che rimangono così le uniche sul mercato. Ma quelle rischiano di essere troppo costose o appetibili solo per clienti più facoltosi. I potenziali clienti, per risparmiare, provano a farsi pubblicità da soli, e tutti sono spaventati dal ritorno del dilettante. Ma si tratta di un ritorno temporaneo, perché non riuscendo a farsi pubblicità a dovere, il creativo dilettante e capo d'impresa non solo non vende i suoi prodotti, ma chiude anche baracca e burattini. Nessuno vende più. Nessuno compra più. Spariscono anche i grandi clienti e di conseguenza le agenzie, che magari nel frattempo hanno abbassato gravemente le proprie tariffe o si sono frazionate in piccole agenzie che, non pagate a loro volta, ci avranno salutato da tempo. Finisce la società come la conosciamo e ognuno diventa Presidente del proprio personale Uruguay, ma senza essere pagato da nessuno. Diventiamo tutti contadini, anche quelli che filosofeggiano e non sanno lavorare nei campi, che o si arrangiano o spariscono, nel senso che muoiono di fame, come i loro antichi antenati creativi, dilettanti e non. Si torna al baratto, e per avere qualcosa da scambiare servirà avere un proprio pezzo di terra. E se non vuoi fare la figura del creativo, ti attivi per trovare uno spazio da coltivare. E se non lo trovi devi andare a prenderlo agli altri. Così magari si torna a farci tutti la guerra a vicenda. E mentre torniamo a prima del Medioevo, avremo perso per strada qualunque tipo di bisogno "superfluo", tipo le nostre care arti, tipo la pittura, la scultura, o quello che faccio io, il fumetto (è arte anche quello).
Tutto questo perché qualcuno ha voluto introdurre la nuova moneta della visibilità, in un momento ormai lontano del tempo.
E abbiamo considerato solo la pubblicità.
Quindi forse non conviene consolidare e provare a giustificare, in qualunque modo, pratiche che non riconoscono il giusto compenso per chi lavora. Per chi fa un qualunque tipo di lavoro. Specie in un Paese che si dice costituzionalmente fondato sul lavoro. Ogni lavoro è importante, persino quello creativo, persino fare il fumettista.
Pagate per quello che volete. Se lo volete. E alla fine vi offro anche il caffè.
venerdì 15 novembre 2013
LucaaLucca
Tra il 29 ottobre e il 5 novembre sono stato a Lucca, ospite dei fantastici tipi Tunué, per promuovere Gli Altri.
Si trattava della mia prima volta da autore alla manifestazione toscana, che ha idealmente chiuso il percorso che quest'anno mi ha portato in giro per l'Italia, dal Napoli Comicon, al Salone del Libro di Torino e a Narnia Fumetto.
Dopo tante visite a Lucca in qualità di lettore prima e aspirante fumettista poi, stavolta avevo un unico vero obiettivo: poche o niente PR e stare il più possibile allo stand, vicino ai lettori, sentire i loro pareri, le impressioni, i gusti, capire chi cerca cosa e da cosa invece si fa sorprendere. Questo mi ha portato a stare a contatto con gli altri autori Tunué, un vero esercito, con alcune star italiane e internazionali, e altri che sicuramente faranno strada: tutto ciò ha favorito lo scambio di idee, opinioni, consigli tecnici e confronti sulle storie e i disegni, in un dialogo talmente piacevole da continuare oltre l'orario della fiera, nella bellissima e affollata "Casa Tunué".
La situazione generale del fumetto in Italia non è felicissima e, anche nel mondo a parte di Lucca, addetti ai lavori e non possono percepirlo, ma sapere che alcuni titoli contendono primati di vendita a libri potenzialmente molto più popolari è confortante: le idee possono avere ancora la meglio, e l'unica cosa che serve è una bella storia, disegnata nel modo giusto, non necessariamente nel modo migliore possibile. Perché di gente brava, gente da rimanere a bocca aperta, è piena Lucca ed è pieno il mondo.
E qui torniamo a me, che il blog è il mio. Non perché io sia uno di quelli che ti lascia a bocca aperta, eh. Mi riferisco alla qualità del tempo che passo a disegnare. A Lucca ho avuto la conferma che se vuoi convincere qualcuno che quello che disegni, per dieci minuti o qualche ora, è il mondo reale, non bisogna mai smettere di starci dentro e di osservarlo, il mondo, e di ritrarlo per come ci appare. Perché i lettori sono sempre pronti a lasciarsi guidare.
Grazie a Tunué, ad Alessandro Di Virgilio, e agli autori presenti con me a Lucca, grazie alla gente (tantissima) che è venuta allo stand. Vi lascio con un po' di foto e alcune delle dediche meglio riuscite (a mio parere ovviamente, che il blog è sempre il mio)
A presto con aggiornamenti su una storia moooolto reale.
Si trattava della mia prima volta da autore alla manifestazione toscana, che ha idealmente chiuso il percorso che quest'anno mi ha portato in giro per l'Italia, dal Napoli Comicon, al Salone del Libro di Torino e a Narnia Fumetto.
Dopo tante visite a Lucca in qualità di lettore prima e aspirante fumettista poi, stavolta avevo un unico vero obiettivo: poche o niente PR e stare il più possibile allo stand, vicino ai lettori, sentire i loro pareri, le impressioni, i gusti, capire chi cerca cosa e da cosa invece si fa sorprendere. Questo mi ha portato a stare a contatto con gli altri autori Tunué, un vero esercito, con alcune star italiane e internazionali, e altri che sicuramente faranno strada: tutto ciò ha favorito lo scambio di idee, opinioni, consigli tecnici e confronti sulle storie e i disegni, in un dialogo talmente piacevole da continuare oltre l'orario della fiera, nella bellissima e affollata "Casa Tunué".
La situazione generale del fumetto in Italia non è felicissima e, anche nel mondo a parte di Lucca, addetti ai lavori e non possono percepirlo, ma sapere che alcuni titoli contendono primati di vendita a libri potenzialmente molto più popolari è confortante: le idee possono avere ancora la meglio, e l'unica cosa che serve è una bella storia, disegnata nel modo giusto, non necessariamente nel modo migliore possibile. Perché di gente brava, gente da rimanere a bocca aperta, è piena Lucca ed è pieno il mondo.
E qui torniamo a me, che il blog è il mio. Non perché io sia uno di quelli che ti lascia a bocca aperta, eh. Mi riferisco alla qualità del tempo che passo a disegnare. A Lucca ho avuto la conferma che se vuoi convincere qualcuno che quello che disegni, per dieci minuti o qualche ora, è il mondo reale, non bisogna mai smettere di starci dentro e di osservarlo, il mondo, e di ritrarlo per come ci appare. Perché i lettori sono sempre pronti a lasciarsi guidare.
Grazie a Tunué, ad Alessandro Di Virgilio, e agli autori presenti con me a Lucca, grazie alla gente (tantissima) che è venuta allo stand. Vi lascio con un po' di foto e alcune delle dediche meglio riuscite (a mio parere ovviamente, che il blog è sempre il mio)
venerdì 19 aprile 2013
Provare! Provare e ancora provare!!
Ci siamo quasi!
Tra meno di una settimana iniziano il Napoli Comicon e, tra le tante, anche la mostra dedicata a Gli Altri, che farà da contorno alla presentazione ufficiale di domenica 28 aprile alle 12, in compagnia di Alessandro di Virgilio e Maurizio De Giovanni.
In attesa del lieto evento, continuiamo il piccolo viaggio all'interno del nostro teatro immaginario con lo step decisivo nell'allestimento di uno spettacolo: le prove! Bisogna passare dal testo al palcoscenico, capire cosa funziona e cosa no, provare la voce e le interpretazioni più corrette, trovare i movimenti di scena più efficaci!
Per gli amici di Repubblica XL ho realizzato quindi un video dove, dallo storyboard alle tavole finite, possiamo goderci le ispiratissime parole di Maurizio De Giovanni, tratte dall'opera originale "Gli altri fantasmi".
Non posso non ringraziare dunque Pierpaolo Congiu, Antonio Villella e Anna Fantozzi per la loro interpretazione dei nostri protagonisti, e il mio vecchio (!) e carissimo amico Carlo Girardi, con il suo studio di registrazione One Black Sock, e Exir Gennari per l'aiuto tecnico!
Visitate la pagina di XL web con l'articolo: ci troverete un mio pezzo di presentazione dell'opera, insieme ai pensieri di Alessandro Di Virgilio e a una pin-up esclusiva.
Il sipario sta per aprirsi, date tempo agli attori di fare i loro riti propiziatori...
Tra meno di una settimana iniziano il Napoli Comicon e, tra le tante, anche la mostra dedicata a Gli Altri, che farà da contorno alla presentazione ufficiale di domenica 28 aprile alle 12, in compagnia di Alessandro di Virgilio e Maurizio De Giovanni.
In attesa del lieto evento, continuiamo il piccolo viaggio all'interno del nostro teatro immaginario con lo step decisivo nell'allestimento di uno spettacolo: le prove! Bisogna passare dal testo al palcoscenico, capire cosa funziona e cosa no, provare la voce e le interpretazioni più corrette, trovare i movimenti di scena più efficaci!
Per gli amici di Repubblica XL ho realizzato quindi un video dove, dallo storyboard alle tavole finite, possiamo goderci le ispiratissime parole di Maurizio De Giovanni, tratte dall'opera originale "Gli altri fantasmi".
Non posso non ringraziare dunque Pierpaolo Congiu, Antonio Villella e Anna Fantozzi per la loro interpretazione dei nostri protagonisti, e il mio vecchio (!) e carissimo amico Carlo Girardi, con il suo studio di registrazione One Black Sock, e Exir Gennari per l'aiuto tecnico!
Visitate la pagina di XL web con l'articolo: ci troverete un mio pezzo di presentazione dell'opera, insieme ai pensieri di Alessandro Di Virgilio e a una pin-up esclusiva.
Il sipario sta per aprirsi, date tempo agli attori di fare i loro riti propiziatori...
mercoledì 17 aprile 2013
Audizioni e prova costumi
Mentre manca ormai pochissimo al lancio ufficiale del libro, ecco un pò di bozzetti preparatori.
Forse la seconda versione del Narratore (che vedete qui sotto) non aveva possibilità contro la prima, poi utilizzata per "Gli Altri", ma ci saranno altre occasioni per infilare mio nonno tra i personaggi di una mia storia...
Trovate... ehm.. "gli altri" (è un pò imbarazzante) bozzetti qui
Forse la seconda versione del Narratore (che vedete qui sotto) non aveva possibilità contro la prima, poi utilizzata per "Gli Altri", ma ci saranno altre occasioni per infilare mio nonno tra i personaggi di una mia storia...
Trovate... ehm.. "gli altri" (è un pò imbarazzante) bozzetti qui
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